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BIOGRAFIA

Leonardo da Vinci “Il Genio”

Il 15 aprile 1452 Leonardo nasce a Vinci, una borgata di poche case a ridosso di un castello medievale posto sulle pendici del Montalbano. Tutt’attorno è un dolce digradare di colline coltivate a vigneti e uliveti, a sfondo dei quali l’ampia distesa della vallata dell’Arno si apre fra le quinte di erti poggi  all’imbocco di una antica arteria percorsa da pellegrini e mercanti: la via Francigena che collegava il Nord dell’Europa con Roma. Vinci, a sua volta, è a mezza via tra Firenze e Pisa.

Leonardo nasce dunque in un piccolo villaggio  all’incrocio di grandi vie di comunicazione.

A sedici anni il padre lo mette a bottega presso il Verrocchio a Firenze, dove impara l’arte della pittura a fianco di altri giovani pittori come Botticelli, Perugino, Lorenzo di Credi e Francesco di Simone.

 Nel 1482 si trasferisce a Milano altra capitale politica e culturale dell’Italia di quel tempo, alla corte di Ludovico il Moro con una lettera in cui parla delle proprie competenze, abile suonatore di lira da braccio, pittore,  oltre quelle di ingegnere civile e di costruttore di macchine belliche. 

A Milano Leonardo oltre alla pittura, porta avanti lo studio della figura umana, sotto ogni aspetto: l’anatomia, il moto, l’espressione, dal ritratto alla caricatura. 

Nel 1499 il re di Francia Luigi XII invade il ducato di Milano “il duca perse lo stato, la roba e la libertà, e nessuna opera si finì per lui” scrive Leonardo nel 1500.

Al precipitare degli eventi dopo 18 anni trascorsi a Milano Leonardo fa ritorno a Firenze, facendo sosta a Venezia dove è consultato per lavori di ingegneria militare ai confini orientali della Serenissima.  

Nel 1513, Leonardo di sposta a Roma invitato dal cardinale Giuliano de Medici fratello del papa Giovanni de Medici o Leone X.

Nel 1517 accoglie l’invito del re di Francia che lo chiama ad Amboise tributandogli grandi onori e nominandolo “ premier peintre,  architecte et mechanicie in du roi” Nel castello di Cloux, Leonardo si dedica liberamente alle sue ricerche e realizza straordinari disegni e dipinti tra cui il più famoso la Gioconda.

Leonardo muore ad Amboise il 2 maggio del 1519.

Secondo gli studi portati avanti dal liutaio Mario Buonoconto di Majano Udine, la forma e il funzionamento della fisarmonica (accordion) può essere attribuita a Leonardo, come da schizzo originale e le poche parole di commento scritte da Leonardo nel “Foglio 76 del Codice di Madrid II (1503-1509) ora presso la Biblioteca nazionale di Madrid.  Buonoconto dopo gli studi tecnici compiuti a Buenos Aires, ha iniziato ad approfondire lo studio della musica e degli strumenti musicali. Trasferitosi in Italia, inizia a costruire strumenti antichi, medievali e rinascimentali di ogni genere, clavicembali, ghironde, liuti, vielle, salteri oggi suonati da importanti gruppi di musica antica e istituti di musica in Italia ed Europa  o esposti nei musei e collezioni private.

Da diversi anni Mario Buonoconto si dedica alla ricostruzione iconografica di strumenti sconosciuti e poco citati come l’Orpheon, tratto da l’Encyclopedie di Diderot e d’Alembert e uno strumento ricavato da un fregio presente a Castelfranco Veneto nella casa del Giorgione il cui non si conosce il nome e da Mario chiamato “Arpa meccanica”.

Buonoconto spinto dalla curiosità di un articolo che parlava di uno strumento costruito da uno spagnolo chiamato “organ di papel” tratto da uno schizzo leonardiano,  Mario scopre la somiglianza alla attuale fisarmonica.

Le poche righe scritte da Leonardo accanto allo schizzo fornivano dati significativi e stimolanti per iniziare lo studio e la progettazione dello strumento “Fisarmonica di Leonardo”.  Gli schizzi per Leonardo rappresentavano  dei promemoria per ulteriori approfondimenti. Per questo Mario Buonoconto ha dovuto intuire quasi tutto: dai sistemi costruttivi utilizzati all’epoca ai materiali adoperati.  Leonardo appunta il suo filosofare descrivendo lo schizzo: un mantice a doppia azione e il suono viene condotto da canne schiacciate di carta o di legno sottile, e che lo strumento è munito di una tastiera verticale destra.  

Questo strumento come tanti altri, non ha mai avuto un seguito e pertanto non si è avuta alcuna evoluzione fino al 1852, allorchè il francese Bouton non incominciò ufficialmente a usare la tastiera posta verticalmente sullo strumento. Le differenze più importanti tra la fisarmonica o accordion attuale e quello di Leonardo consiste nel fatto che nella prima il mantice funziona ad azione singola ed il suono è prodotto dalle ance libere, mentre nel progetto di Leonardo il mantice è a doppia azione, cioè il flusso dell’aria è continuo mediante l’apertura e la chiusura del mantice, inoltre il suono viene prodotto dalle canne e praticamente funziona allo stesso modo degli organi. L’invenzione di Leonardo da Vinci è molto importante per la storia della fisarmonica o accordion, possiamo dire che Leonardo è il padre della fisarmonica e Mario il costruttore del “primo prototipo” così come descritto nel codice di Madrid.  “Se consideriamo che sono trascorsi più di tre secoli da quando Leonardo lasciò lo schizzo di questo strumento e che si fosse seguito le sue indicazioni, non oso immaginare quale sarebbe stata oggi l’evoluzione della fisarmonica”: Mario Buonoconto.

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Intervista al Liutaio Mario Buonoconto:

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Biasin Denis: Come è venuto a conoscenza dell’esistenza di questo disegno di Leonardo?

Mario Buonoconto:  “In base alle mie esperienze nell’ambito della costruzione di strumenti antichi e di realizzazione di progetti su tavole di Da Vinci, scoprii un disegno, tratto dal Fol. 76r. del Codice Madrid II che si trova nella  Biblioteca Nacional de Madrid, in cui Leonardo  spiega l’idea di  questo strumento con mantice a doppia azione, dove  il suono viene  prodotto da canne schiacciate di carta o di legno sottile,  munito di una  tastiera verticale per la mano destra. Pur essendo Il disegno di Leonardo poco chiaro e le spiegazioni  minime, ci da dei dati significativi per incominciare a lavorare.

Credo  che questo schizzo fosse un promemoria per effettuare ulteriori approfondimenti, o comunque una bozza  senza entrare nei particolari costruttivi, come si vede in tanti suoi disegni,l’intuizione è lasciata all’immaginazione, dai sistemi costruttivi utilizzati all’epoca ai materiali adoperati”.

 

Biasin Denis: Come si spiega tanta superficialità nella ricerca di informazioni sulle origini progettuali della Fisarmonica?

Mario Buonoconto:  “Resta inspiegabile come mai nella recente e passata storiografia sulla nascita della fisarmonica, nessuno abbia mai fatto cenno all’esistenza di questo strumento di Leonardo. Riflettendo però,  mi sono convinto che la cosa sia più semplice di quello che sembra, cioè nessuno sapeva della esistenza di questo disegno, se cosi fosse dobbiamo anticipare l’invenzione della fisarmonica di oltre 300 anni. Altro motivo per cui non sia mai stato un riferimento di questa invenzione e che questo strumento come tanti altri non ebbero un seguito e per tanto nessuna evoluzione fino al 1852 dove il francese Bouton, ufficialmente incominciò a usare la tastiera posta verticalmente sullo strumento. Le differenze più importante fra la fisarmonica e lo strumento di Leonardo e che nelle prime il mantice e ad azione singola, e il suono e prodotto mediante ance libere, nel secondo il mantice e a doppia azione, in questo modo il flusso d’aria e continuo aprendo e chiudendo il mantice, e il suono e prodotto mediante canne, praticamente identiche a quelle usate sugli organi”.

    

 

Biasin Denis: Quanto è stata impegnativa la ricostruzione di questo strumento in termini di tempo e di energie profuse?

Mario Buonoconto:  “Da circa 7 anni sto lavorando nella ricostruzione di questo strumento basato sullo schizzo di Leonardo, il  progetto non è stato cosi semplice. Gli elementi a disposizione erano pochi. Questo implicava che le possibilità interpretative del suo funzionamento potevano essere molteplici. La cosa importante è che nel ricostruire lo strumento non ci fossero anacronismi di nessun genere. Per esempio non si poteva  inserire un mantice come nelle fisarmoniche attuali sapendo che all’ epoca si usavano mantici con poche pieghe, come quelli degli organi portativi.

I materiali usati erano quasi esclusivamente legni, prevalentemente del posto dove si costruiva lo strumento. Penso che per i fisarmonicisti questo strumento sia molto importante, possiamo dire di considerarlo  il padre della fisarmonica, costruito cosi come Leonardo lo descrisse nel suo codice. Dallo schizzo di Leonardo alle prime documentazioni della  fisarmonica ad ance libere passarono più di tre secoli”.

 

 

Mario Buonoconto: nasce, vive e lavora a Majano, provincia di Udine.

Dopo gli studi tecnici a Buenos Aires, approfondisce lo studio della musica e degli strumenti musicali.

Trasferendosi definitivamente in Italia incomincia ininterrottamente a costruire ghironde,clavicembali e strumenti medievali e rinascimentali di ogni genere, contemporaneamente a frequentato diversi e importanti work-shop con i più importanti maestri del settore come Grant O’Brian, Christopher Hogwood, Christopher Clark e altri.

Molti strumenti da lui realizzati vengono suonati da importanti gruppi di musica antica, si trovano in musei e in possesso di privati. Da qualche anno si dedica alla ricostruzione iconografica di strumenti sconosciuti o comunque poco frequentati  come per esempio l’Orpheon tratto da  L’Encyclopedie di Diderot e d’Alembert o un strano strumento ricavato da un fregio presente a Castelfranco Veneto nella casa del Giorgione il cui nome non si conosce.

 

La musica in Italia al tempo di Leonardo:  “La musica non è da essere chiamata altro che sorella della pittura, conciossiachè essa è subietto dell’udito, secondo senso all’occhio, e compone armonia con la congiunzione delle sue parti proporzionali operate nel medesimo tempo, costrette a nascere e morire in uno o più tempi armonici, i quali tempi circondano la proporzionalità de’ membri di che tale armonia

si compone, non altrimenti che faccia la linea circonferenziale per le

membra di che si genera le bellezza umana.

Ma la pittura eccelle e signoreggia la musica perché essa non muore immediate dopo la sua creazione, come fa la sventurata musica, anzi, resta in essere, e ti si dimostra in vita quel che in fatto è una sola superficie.

 

Lo strumento è disponibile da visionare e provare presso l’ARTIST CONCERT HALL di BIASIN di Azzano Decimo. Per appuntamento contattare 0434-633135 / info@biasin.com

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